Lavorare nella cannabis, pro e contro
Aggiornamento: 24 feb 2022
La canapa legale o comunemente chiamata cannabis light da quando è stata "legalizzata" come prodotto tecnico ha aperto un grande mercato sia in Italia che all'estero, offrendo molte possibilità di investire in un mercato nuovo e che da statistiche, è sempre in grande crescita.
Parliamoci chiaro, un prodotto come le infiorescenze di cannabis light si possono acquistare, di buona qualità, ad un prezzo medio al chilo tra i 1200€ fino ad arrivare a 2000 € per le indoor più valenti, il negozio online o fisico la rivende intorno ai 8/10 € al grammo, quindi i conti sono presto fatti.
Un alto di margine di guadagno attira molti che vogliono intraprendere una nuova attività o chi ne possiede già una per incrementare il proprio catalogo prodotti, di conseguenza sempre più attività sono coinvolte nel "cannabusiness" e il mercato sta' diventando sempre più competitivo, dove, se si hanno poche competenze e basse risorse finanziarie, il rischio di fallimento è dietro l'angolo.
Solo per avere un idea in Italia sono più di 800 le aziende agricole che coltivano cannabis, 1500 le aziende che trasformano o vendono e più di 10000 le persone dipendenti, queste sono le cifre dichiarate dal consorzio nazionale tutela canapa. Cifre che per un piccolo stato come l'Italia non sono per niente indifferenti e che continuano a salire, ma ci sarà spazio per tutti?

Per tutti e per nessuno. Avere prodotti di qualità, lavorare con cura, di certo può aiutarti ma può essere non sufficiente. In un situazione ancora confusionale dal punto di vista legislativo e fatta anche da aziende che si sono improvvisate non avendo alternative, fiorite specialmente in questo momento che è in atto un forte cambiamento forzato dalla pandemia da covid, districarsi nel settore della cannabis non è così semplice.
Quindi si può lavorare nella cannabis ma attenzione a come vi muovete, conoscere molto bene ciò che si propone nel dettaglio vi renderà più credibili con le persone con cui collaborate e cercare rapporti lavorativi con visione a lungo termine con professionisti è determinante.
Ma quali sono le problematiche che si possono presentare?
Bene, avete il vostro negozio o sito internet o siete distributori e avete un grosso lotto da rivendere, avete pianificato tutte le strategie, avete investito nel marketing e coinvolto dei dipendenti nella vostra "cannazienda" ma ancora qualcosa non funziona...
La competizione è alta, molte sono le aziende che hanno una struttura commerciale che "batte a tappeto" le varie regioni e città in Italia magari vendendo infiorescenze di cannabis light, olio cbd o altri prodotti a prezzi vantaggiosi con una buona qualità.
La conoscenza anche di chi acquista è mediamente bassa, quindi il più delle volte ci si ritrova a dare informazioni ai clienti, questo non vuol dire, come purtroppo accade, che si deve approfittare della mancata conoscenza del cliente per vendere, così si rovina il mercato e avete guadagni solo nel breve termine con un cliente non soddisfatto. Un atteggiamento che influenza il settore maggiormente in Italia, allungando i tempi delle trattative e cercando sempre il prezzo più basso con una qualità alta, forzando i novizi del "cannabusiness", a vendere cannabis outdoor come glass-house o glass-house come indoor, creando una grande confusione al consumatore finale.
Sia che avete un attività online che fisica, preparatevi a farvi "il segno della croce" con le spedizioni, maggiormente se si vende fuori dall'Italia. Pacchi scomparsi, aperti, danneggiati o fermati alla dogana per controlli, insomma spesso un incognita che si presenta meno se lavorate nella vostra zona e con uno o più servizi di spedizione che si ritiene affidabili.
Altra problematica che spesso si presenta sono le trattative commerciali e il rapporto con i clienti e i produttori.
Come citato prima sono più di 800 i produttori di cannabis in Italia, che producono infiorescenze o si appoggiano a laboratori per produrre i derivati come l'olio CBD e spesso sono veri e propri agricoltori che non hanno il tempo di sviluppare la parte commerciale, quindi trovare un accordo sulle forniture e la costanza della qualità del prodotto non è così semplice, c'è molto lavoro da fare da questo punto di vista e ancora pochi hanno la visione di esportare i propri prodotti fuori dall'Italia, per impreparazione linguistica e visione imprenditoriale.
Molte sono le richieste di acquisto sul mercato e spesso e volentieri vengono fatte random, online dal proprio sito o dai social, dando per scontato i servizi che si possono offrire al cliente, fortunatamente in molti si stanno muovendo per dare servizi come il drop-shipping o programmi online di affiliazione per agevolare ulteriormente la vendita, grazie al mercato in crescita e la ricerca di nuove strategie commerciali.
La forte richiesta dei prodotti rende il mercato instabile per le forniture, facendo oscillare il prezzo della materia prima come fiori CBD o biomassa per estrazione in base alle fasi di raccolto. Un fenomeno che presto subirà una stabilità grazie ai grossi investimenti fatti da alcune holding nel territorio europeo, che permetteranno di avere sempre lo stesso prodotto tutto l'anno in qualsiasi momento.
Insomma, tutte problematiche che magari altri tipi di settori non hanno ed in parte i margini ne sono la motivazione, comunque riprendendo una citazione “Le opportunità si moltiplicano mentre vengono colte" , come è per tante attività perseverare, essere informati e avere buone collaborazioni può portare a buoni introiti, ma quanto amate la cannabis? Il motore di tutto è sempre la passione e sarà parte della buona riuscita sul lavoro.
Le soluzioni per affrontare le diverse problematiche stanno principalmente nella ricerca di partner affidabili, questa è in assoluto la cosa più difficile ad alcuni livelli del mercato della cannabis come la vendita all'ingrosso. E' un mercato che è in continua evoluzione e che grazie alla legge 242 del 2016 lo stato a messo, consapevolmente o meglio inconsapevolmente, in condizioni l'Italia di un essere un paese competitivo per la produzione e la vendita di infiorescenze e prodotti CBD a livello Europeo.
La qualità dei prodotti, le produzioni della materia prima e tra le ultime, la dichiarazione dell'Onu dell'eliminazione della cannabis come sostanza stupefacente, ha dato una grande spinta alle vendite e con il covid19 i consumi sono aumentati, anche per i gli effetti benefici della pianta di cannabis.
Vediamo ora quali possono essere a grandi linee i profitti ad oggi nelle varie intermediazioni che si svolgono per chi lavora nel settore della cannabis o CBD.

Questo vuole solo essere un indicazione delle varie percentuali tra ingrosso e dettaglio che si possono marginare per una normale rivendita dal produttore al negozio online o fisico, ogni trattativa poi è a sè, in base alla disponibilità del proponente e l'interesse di chi acquista.
In tutta la filiera della cannabiss sono poi da considerare tutti i diecimila dipedenti di cui abbiamo prima citato, che sono tutte le posizioni non strettamente imprenditoriali che ruotano intorno alla commercializzazione della canapa legale e dei suoi derivati.
Alcuni di questi lavori sono retribuiti, se non più di altri e con un settore in consolidamento, sono un risorsa utile per quelle che persone che vogliono cambiare tipo di lavoro o hanno necessità economiche.
Tra i lavori più ricercati abbiamo il bud-tender, ovvero il commesso che vende cannabis o altri prodotti nei negozi specializzati; I fattorini per le consegne, che possono guadagnare più di 10€ / ora; I potatori, per la raccolta delle infiorescenze che possono guadagnare a cottimo o fino a 15€ / ora o i web master di siti web/creatori di contenuti che hanno solitamente le percentuali sulle vendite più un fisso dato dall'azienda.
Le figure, dalla imprenditoriale al singolo fattorino, sono diventati una realtà nel mondo della cannabis e fino a poco tempo fa' non si poteva nemmeno immaginare un evoluzione tale del mercato.
Quali opportunità cogliere da questo mercato?
Secondo alcune previsioni non solo la cannabis come infiorescenza sta' dominando il mercato, ma da ricerche fatte si prevede che anche il CBD con tutti i suoi sotto prodotti come, essenze, olio o creme cosmetiche avrà un forte impatto sul mercato che raggiungerà i 16 Miliardi di dollari circa entro il 2025. Un mercato sempre più definito da prodotti certificati e professionisti che lavorano per migliorare sempre di più i prodotti con il cannabidiolo.
Quindi se abbiamo un attività che lavora nel settore o ci specializziamo in un singolo ed esclusivo prodotto o offriamo una catalogo prodotti verticale che possa soddisfare le necessità di diversi settori del mercato, magari può essere una soluzione per diversificare e provare ad investire le proprie energie in nuove opportunità.